Leggo queste parole da "Sul fondamento poetico del mondo" di Giovanni Casoli, edito da l'ora d'oro.
Mi appaiono i ricchi numeri dei sondaggi, delle estrapolazioni tratte dai campionamenti statistici. Quelli che popolano le notizie e validano il pensiero di chi scrive. Se c'è il numero è vero!
E l'Italia ne esce uguale, costretta nella media, che, come tutti sanno, può non trovarsi da nessuna parte. Di questo tratta la scienza dei due polli: come spiega Trilussa.
Ma sono proprio quelle medie, varianze, correlazioni e via dicendo sulle quali, poi, si costruiscono castelli e progetti si investono soldi e si impegnano uomini. Su queste si imposta il marketing e i palinsesti Tv, si immaginano le politiche di sicurezza e quelle dell'immigrazione.
L'uomo si riduce al numeretto.
Questa è la conseguenza della disonestà di chi non dichiara i limiti delle sue rilevazioni e di i tutti i ragionamenti che su di esse si basano.
Si nasconde tutto il resto, spesso volutamente.
Poi piangiamo perché non ci riconosciamo in quella banalità, mediocrità, volgarità, ignoranza.
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