“Nella Domenica in cui noi, celebrando la XXXI Giornata della vita, affermavamo che la vita è sacra, questi giovani ci hanno dato scacco matto.
Noi ci sentiamo umanamente sconfitti e sentiamo il tanfo di una cultura di violenza e di morte, che s’insinua nei nostri terreni per spargere la sua sostanza letale”.
Riporto qui sopra una frase di unVescovo, Mons. Semeraro, pronunciata a commento della barbarie perpetuata da un gruppetto di giovani nei confronti di un uomo a Nettuno.
Un povero indiano che ha avuto la sventura di incontrare dei ragazzi sconosciuti, che non sapevano come passare il tempo, e ora si ritrova gravemente ustionato in Ospedale.
Mi sento a disagio nel vedere l'inerzia con la quale viene affrontata la cultura di violenza che sta invadendo il nostro Paese. Quello che più mi impaurisce è che la continua prevaricazione del più forte sul più debole sta prendendo piede e trascina nella sua logica soprattutto i giovani, perché i giovani sono il futuro e proiettare quello scenario nel futuro del nostro Paese è inquietante.
Al di là di prese di posizioni di autorevoli figure istituzionali (il Presidente della Camera Gianfranco Fini e ancor di più il Presidente della Repubblica Piergiorgio Napolitano) mi sembra trovare un immobilismo diffuso.
C'è un'inerzia della politica che a volte alimenta la mentalità dello scontro e del "essere cattivi" mi sembra abbia proprio detto così il ministro Maroni parlando della sua politica di accoglienza a Lampedusa.
Ma ancor di più c'è la paralisi della società civile che si indigna e disapprova sul momento, ma poi nell'ordinario lascia passare, non interviene, è distratta indaffarata nel pensare al proprio ombelico e incaspace di alzare gli occhi e di guardare l'altro.
Dov'è l'umanità che dicevano tratto caratteristico degli italiani?
Come faremo a riconquistarla?
4 commenti:
ti ricordi quando chi aveva (ha) certi slanci di speranza o di misericordia nella lettura delle cose veniva stabilmente sbeffeggiato e il "buonismo" veniva messo alla berlina, anche in Tv (quante ne abbiamo sentite in questi anni)?
Ora che abbiamo il "cattivismo", al massimo sentiamo dire che "tanto il mondo va così"...
noi cristaini non possiamo accettare questa etica davvero nichilista
"Ma ancor di più c'è la paralisi della società civile che si indigna e disapprova sul momento, ma poi nell'ordinario lascia passare, non interviene".
Cioè? In che modo la società civile dovrebbe "intervenire"?
Hai mai visto il film "V per vendetta"? Non sò perchè mi sia venuto in mente, è stato come un flash.
Non è bello che abbia pensato proprio a quel film, eppure il suo ricordo mi ha strappato un rassicurante sorriso. Eh già.
Incredulo e scettico di fronte a questa nazione in rovina, la cosa più risolutiva e brillante che mi viene in mente è quel film, ...pensa te.
Caro anonimo,
purtroppo non ho mai viso il film "V come vendetta". Se me lo consigli lo cercherò.
Per quanto mi riguarda la società civile siamo noi. Siamo quelle persone che bene o male sono coinvolte nella realtà quotidiana e che per questo dovrebbero sentire la responsabilità, che parola desueta, della loro comunità o dei luoghi che vivono o ... chiamali come vuoi.
Caro moralista,
eh già, accettare la deriva del "cattivismo" significa rifiutare la possibilità di amare l'altro, considerandolo, comunque un ostacolo.
Scacco matto? "Il re è morto"?
E' vero. Il Re è morto. Ma è risorto.
Luca Gras
www.pentagras.wordpress.com
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