Entro in una chiesa romana piena di bimbi e genitori.
Mette allegria.
Inizio a sentire un prete che parla delle difficoltà di un cieco e delle difficoltà dei discepoli a capire quel che chiedeva il poverino e quel che voleva Gesù.
Ad un tratto rivolge ad un bimbo una domanda:
"E tu avresti fatto come Bartimeo? Avresti seguito Gesù?"
- Si! Risponde secco.
Il prete però insiste: "Ma sei proprio sicuro?"
E lui: "Si!"
"Ma sicuro? Gaurda che Gesù andava a soffrire"
"Si" questa volta titubante.
E il prete si fece più tranquillo.
Sono rimasto interdetto.
Perché tutta quell'insistenza.
Ho due figli piccoli. Se a loro chiedo un'opinione mi dicono si o no.
Sono trasparenti per questo è facile capire quando dicono una bugia, quando hanno paura, quando sono stati cattivi e quando sono allegri.
La sicurezza e il retro pensiero è dei grandi, degli adulti che devono pensare alle conseguenze di un'azione, arrovellandosi nelle incertezze e nei loro dubbi.
Quel prete mi ha fatto un po' di tristezza, perché è rimasto fermo nei suoi propositi, invece di lasciarsi interrogare dalla semplicità di un Sì.
Noi adulti come impareremo a vivere se non ci lasciamo stupire dai bambini?
L'immagine l'ho presa qui ed è di Emil Nolde "Christ and the Children", 1910
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